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ROSMARINO
ESTRATTO 15% e OLEORESINA 20%
Generalità
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Estratto
(estrazione idroalcolica) e oleoresina (prodotta con CO2
supercritica) derivanti dal Rosmarinus officinalis L.
Possono essere utilizzati nella conservazione degli alimenti
precotti e cosmetici. Possiedono spiccate caratteristiche
antiossidanti.
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Categoria
|
Conservante
alimentare e cosmetico, nutriceutico (antiossidante)
|
Principi
attivi
|
Diterpeni
fenolici (carnosolo, acido carnosico), acido ursolico, rosmanolo,
metil carnosato, flavonoidi (cirsimaritina e genkwanina), acido
betulinico
|
Meccanismo
d’azione
|
Radical
scavenger delle specie ossigeno reattive che causano il
deterioramento dei cibi.
|
Proprietà
|
§
Attivitità
antiossidante
§
Antibatterica
§
Antinfiammatorio
(immumodulante)
§
Attività
antimutagena
§
Epatoprotettivo
|
Campi di
applicazione
|
§
Nutraceutico
(antiossidante)
§
Conservante
alimentare (carne)
§
Conservante
per cosmetici (p.e.
saponi e detergenti)
§
Alternativa
naturale al BHA/BHT
Estratto
al 15% (idroalcolico): conservazione di cibi precotti (prodotti
da forno, carne, bevande e cibi precotti)
Oleoresina
: Ritardo dell’irracidimento di oli e grassi.
Protezione
delle caratteristiche organolettiche degli alimenti (protezione
dall’ossidazione dei pigmenti carotenoidici e oli essenziali).
Riduzione
della perdita dell’aroma.
Cosmetico:
prodotti per protezione da raggi UV, e saponi normali e speciali
per cura acne, ferite, pelle infetta.
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Forme
di impiego
|
Capsule
, polvere in coating (additivo conversante), disperso in
soluzione
|
Dosaggi
d’impiego consigliati
|
Conservante
per carne precotta (estratto idroalcolico) : 0,01-0,05 %
Antiossidante
negli alimenti (oleoresina): 0,0375-0,125% sul grasso
Cosmetico
(oleoresina) : 0.1%-10% nei saponi
Nutriceutico
: 100 mg (3 volte al di durante i pasti)
di estratto
idroalcolico titolato
al 15% in acido carnosico
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Tossicità
ed effetti collaterali
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Nessuno
a dosaggio alimentare. Riportate per gli operatori del settore
alimentare (dermatite da contatto).
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Status
Legale
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INCI
NAMES COSMETICO: Rosmarinus officinalis L.
ALIMENTARE:“estratto
di rosmarino” o “aroma naturale (di rosmarino), secondo la
legislazione Italiana (DL 107/92), Europea (EEC 88/388) ed
Americana (21 CFR 101-22)
|
GENERALITÀ. Il
rosmarino (Rosmarinus officinalis L., Labiate) è un
arbusto sempreverde, con fiori e resistenti foglie aghiformi,
originario dell’area mediterranea, ma ormai diffuso ovunque. Il
suo nome deriva dal latino e significa rugiada di mare, perché
cresceva spontaneo sulle coste e per il colore
dei fiori, azzurro violetti, che
evocano il colore del mare. Il suo impiego più popolare è in
cucina come spezia, per il caratteristico sapore aromatico piccante. Nella
tradizione il Rosmarino, insieme con la Lavanda e la Menta, costituiva
la cosiddetta "acqua della giovinezza". Le parti utilizzate
della piante sono le sommità fiorite, le foglie, e l'olio
essenziale ottenuto per distillazione a vapore delle sommità fiorite.
In ambito fitoterapeutico il rosmarino trova numerose applicazioni per
le proprietà antisettiche,
antispasmodiche, colagoghe, diuretiche, stimolanti, stomachiche,
toniche.
FITOCOSTITUENTI: I
principi attivi sono rappresentati da: oli essenziali composti di
borneolo, camfene, canfora, cinedo, limonene, linaolo, isobutil-acetato,
3-octanone, terpineolo, verbenolo,
ecc. Sono contenuti inoltre flavonoidi come apigenina, diosmetina,
diosmina, genkwamin e il suo 6-metossiderivato; diterpeni, acido
rosmarinico, ed altri composti.
I diterpeni abietani,
presenti nel rosmarino, quali l’acido carnosico e il carnosolo sono
presenti in grandi quantità soprattutto nelle foglie del rosmarino e si
riducono del 50% nella pianta durante il periodo estivo sotto l’azione
del calore e della luce: sono infatti la difesa naturale antiossidante
della pianta che protegge le membrane delle cellule vegetali proprie
dallo stress ossidativo ambientale[i].
OLEORESINA
e METODO di PRODUZIONE. L’oleoresina
di Rosmarinus Officinalis L. è ottenuta attraverso estrazione
con CO2 in condizioni supercritiche[ii]
che consente di ottenere un prodotto concentrato in costituenti
antiossidanti (acido carnosolico, il più importante dei componenti
preservanti), ben standardizzato e con ridotta presenza delle sostanze
che danno il caratteristico aroma. Questa frazione del Rosmarinus
officinalis L. è ottenuta con metodo che consente di eliminare
quasi tutto l'odore e sapore caratteristico (dearomatizzazione)10,[iii]
del rosmarino, lasciando o una nota debole, che è solitamente non
riscontranbile nell'applicazione finale. La capacità antiossidante è
pienamente mantenuta con il vantaggio di non avere nessun residuo di
solvente organico e anche un basso tenore di metalli pesanti.
L’oleoresina mantiene integre le proprietà dei fitocostituenti,
presenti nella pianta del rosmarino di cui sono note le proprietà
antiossidanti e preventive la lipoperossidazione lipidica. Le
molecole antiossidanti presenti sono i fenoli. Rappresentanti
per la maggior parte da rosmaridinifenolo e acido rosmarinico[iv].
MECCANISMO
D’AZIONE ANTIOSSIDANTE. Il
meccanismo d’azione antiossidante dei componenti del rosmarino, viene
spiegato sulla base della loro struttura chimica. L’acido carnosico è
un composto di natura polifenolica, presenta anche in forma chinonica (dichinone)
e la sua azione contro i
radicali liberi si basa sulla reazione redox che prevede il passaggio a
specie dichinonica che isomerizza, per dare una forma lattonica dalla
potente azione radical scavenger (carnosolo e/o rosmanolo)[v]. Nel primo stadio del meccanismo redox, l’acido
carnosico ridotto a chinone contribuisce all’alto potenziale
antiossidante in soluzione del composto puro isolato. Inoltre viene
ipotizzata l’azione antiossidante mediata dall’effetto chelante dei
composti fenolici sugli ioni pro-ossidanti[vi].
Studi rivelano che l’estratto di rosmarino, sia un antiossidante più
potente del comune BHT e BHA[vii],[viii],[ix].
Mentre l’uso cosmetico del BHT è pienamente accettato e privo di
rischio, l’uso per via orale (come conservante alimentare) non è
altrettanto sicuro. Sono stati infatti riportati effetti carcinogenici e
formazione di addotti con il DNA. E’ stato dimostrato che una breve
esposizione ad alte dosi di BHT, provoca sui ratti danno epatico,
aumento del peso e diminuzione attività enzimatica[x].
Esperimenti su topi dimostrano che i derivati di metabolizzazione del
BHT (quinoni metidi) possono favorire l’insorgenza di tumore a livello
polmonare[xi].
In un altro studio condotto sugli additivi alimentari, il BHT e BHA
hanno dimostrato provocare danni sul DNA di organi gastrointestinali[xii].
La letteratura a riguardo fornisce dati contrastanti derivanti da una
larga sperimentazione in vitro, e pochi dati da studi in vivo
sull’uomo, dato che ormai questi additivi alimentari sono presenti in
tutti gli alimenti di largo consumo (conserve, succhi, chewing gum ecc.)[xiii].
APPLICAZIONI
TERAPEUTICHE
Attività
antiossidante.
I componenti nel rosmarino sono antiossidanti potenti e la loro
attitudine nel combattare i radicali liberi è stata valutata con vari
metodi per la misura della capacità antiossidante n: DPPH
[xiv],
ESR, TBARs e fluorescenza. Il
rosmarino possiede capacità scavenging nei confronti della specie
perossinitrito (NOO-)[xv],
un citotossico con alte proprietà ossidanti sulle
strutture cellulari, compresi
i gruppi sulfidrilici delle proteine, i lipidi, gli aminoacidi e DNA
portando così alla perossidazione lipidica, alla carcinogenesi e
all’invecchiamento. Sono state testate ventotto tipologie di piante
per la capacità antiossidante nei confronti di ONOO- usando
un metodo fluorimetrico: come grado di potenza il rosmarino viene subito
dopo l’amamelide. Inoltre
il carnosolo si è dimostrato
in grado di proteggere il DNA dalla reazione di Fenton
14 e di bloccare la formazione di NO da parte della NO
sintasi inducibile nel corso di reazioni di infiammazione.
Attività
antiateroslerotica. L’ossidazione
delle LDL è una delle cause dell’aterosclerosi così come l’aumento
dei livelli di radical scavenger del plasma è associato ad un aumentato
rischio delle patologie cardiovascolari[xvi]. E’ ampiamente dimostrata la capacità inibitoria
dell’ossidazione delle LDL da parte dei composti di diterpenici
fenolici del Rosmarinus officinalis (carnosolo, rosmanolo e
epirosmanolo) con varie
metodologie quali: LDL e Cu++ con misure di fluorescenza,
test TBARs e metodo ESR[xvii],[xviii].
Questi composti hanno capacità di scavenging nei confronti delle specie
ossigeno reattive che sono responsabili della perossidazione lipida. I
composti polifenolici in questione sono dimostrati particolarmente
attivi in vitro nei confronti della specie anione superossido.
Attività
antitumorale.
Due sono i meccanismi antitumorali principali con i quali agiscono i
derivati del rosmarino: inibizione dell’interazione dei carcinogeni
con il DNA, e modulazione della attività degli enzimi che sono
responsabili della detossificazione.[xix]
I componenti dell’estratto
sono stati studiati su modelli in vitro per misurarne l’attività
antitumorale[xx].
Il carnosolo blocca la formazione degli addotti
al DNA con 7,12-dimetilbenz[a]antracene (conosciuto come DMBA) nelle
cellule delle ghiandole mammamarie (ruolo preventivo tumore al seno)[xxi].
Inoltre è stata evidenziata un’attività del carnosolo, simile
a quella dell’acido retinoico, nell’inibire l’effetto pro-oncogeno
dell’estere forbolico (PMA) e l’espressione delle cicloossigenasi 2
(COX2) in cellule epiteliali mammarie attraverso il blocco delle cascata
delle proteine chinasi C[xxii].
Questi risultati sostengono il potenziale impiego del carnosolo come
chemoterapico nelle leucemie di tipo B e alti tipi di cancro dove è
alta l’espressione delle proteine Bcl-2 (si verifica infatti una
riduzione dei livelli di questa proteina del 50%)[xxiii].
Attivita
antinfiammatoria.
L’attività
antinfiammatoria del carnosolo è determinata dalla capacità di ridurre
la produzione dell’ossido nitrico (NO) nel processo infiammatorio,
potenzialmente responsabile del danno al DNA. Ciò è dovuto
all’inibizione da parte del carnosolo di un lipopolisaccaride e
interferone gamma (IFN-g)
che indurrebbero la produzione di ossido nitrico dalla NO sintasi
inducibile 14,[xxiv].
Attivita
antibatterica. La
frazione etanolica dell’estratto di rosmarino è stata testata per
combattere la microflora alimentare, con la scoperta di attività nei
confronti di microrganismi quali
Leuconostoc mesenteroides (al 1%), Listeria monocytogenes
(al 0.5%), Staphylococcus aureus (al 0.13%), Streptococcus
mutans (al 0.06%). Il pH basso e l’alta concentrazione di NaCl
hanno un’effetto sinergico con il rosmarino e il trattamento
antibatterico è modificato da un trattamento di 100°C. Sulla verdura
pastorizzata è sufficiente una concentrazione di estratto al 0,5% per
inibire la microflora. L’attività antibatterica della frazione
esanica è dovuta presumibilmente ai fenoli diterpenoidi[xxv].
Attività
epatoprotettiva. L’attività
antiossidante del rosmarino si è dimostrata una proprietà utile nella
prevenzione del danno da stress ossidativo sul fegato. Il carnosolo si
è dimostrato efficace nel ridurre il danno indotto dal CCl4
a livello del fegato[xxvi],[xxvii].
Attività
antiestrogenica.
I componenti del rosmarino sono stati valutati sperimentalmente sul
metabolismo e attività di estradiolo ed estrone. I risultati hanno
evidenziato che possono potenziare il sistema microsomiale epatico, in
particolare le reazioni di ossidazione e glucuronidazione di estradiolo
ed estrose, inibendo l’effetto uterotopico di questi ormoni[xxviii].
APPLICAZIONE
ALIMENTARE
L’estratto
e l’oleoresina di rosmarino sono riportati in ambito alimentare, per
la capacità antiossidante, nella conservazione di salsa con carne di
pollo. Le valutazioni sono state effettuate dopo la conservazione a
-1/+4C° (refrigerazione) e a
–20 +/-1°C (congelamento)
per 8 giorni e 6 mesi, attraverso il monitoraggio dei parametri quali
l’aspetto, le caratteristiche organolettiche, e la conta batterica
degli organismi psicrotropici (sviluppo tra i 5-40C°). La crescita dei
microrganismi psicrotropici in questo caso aumentava all’aumentare del
tempo di immagazzinamento, mentre con il processo di congelamento si era
presentata un’azione batteriostatica. Per quanto riguarda le
caratteristiche organolettiche, l’intensità del gusto della salsa, il
suo aroma e colore erano mantenuti inalterate anche dopo 6 o 8 mesi.[xxix]
L’attività
antiossidante dell’estratto di rosmarino è stato valutata per carne
di maiale e tacchino in associazione con sodio tripolifosfato che
raggiunge la temperatura interna di 71°C durante la precottura:
l’attività radical scavenger è mantenuta anche dopo un ciclo di
riscaldamento e congelamento a –20 °C. Il livello di perossidazione
lipidica della carne è stato valutato, con il test TBARs, ed è stato
inoltre valutata la formazione di esanale nelle fasi di preparazione,
conservazione, prima e dopo il riscaldamento a 75°C del prodotto
alimentare, dimostrando che questo estratto è un buon conservante
alimentare. Altre valutazioni sono state eseguite, allo scopo di
verificare se l’estratto di rosmarino era in grado di inibire la
perossidazione lipidica nella carne, soprattutto nella fase critica di
cottura. L’utilizzo dell’estratto di rosmarino alla concentrazione
di 0,04 e 0,05% (idroalcolico) nella carne di maiale è in grado di
ridurre dal 24 al 65% rispettivamente la formazione delle specie
reattive con l’acido tiobarbiturico (TBARs)[xxx]
. Dopo conservazione per 110 giorni o durante ulteriore riscaldamento si
hanno piccole o nulle ossidazioni addizionali grazie all’utilizzo di
questo estratto. Nella carne di tacchino con sodio tripolifosfato,
l’estratto di rosmarino inibisce la
formazione dei TBARs durante la cottura, immagazzinamento e
riscaldamento. Alla concentrazione di 0,01 e 0,03% si ha la riduzione
delle specie lipoperossidiche rispettivamente
del 38 e 43% durante la cottura e 61% e 62% dopo lo stoccaggio della
carne per 125 giorni. Inoltre è stata riportata una valutazione
comparativa della capacità dell’oleoresina rispetto alla vitamina E,
nella riduzione della produzione delle ammine aromatiche eterocicliche,
che si formano spesso durante la cottura dei cibi (in particolare la
frittura). In particolare lo studio è stato condotto sull’effetto
dell’oleoresina del rosmarino nel ridurre tali ammine dopo frittura di
polpette di carne: le
polpette erano riscaldate a 3 temperature diverse (175, 200 e 225°C)
per 6 o 10 minuti determinando
poi con HPLC il contenuto di ammine formatasi. Con vitamina E (1-10% sul
grasso) il contenuto di questi prodotti tossici è ridotto
rispettivamente del 69% e 72%. Si hanno effetti simili con l’aggiunta
della vitamina E sulla superficie della polpetta (sempre 1%) prima della
frittura. Concentrazioni dall’1-10 % sul contenuto di grassi con
oleoresina di rosmarino riduce del 44% la formazione delle ammine
aromatiche che derivano dalla frittura effettuata sperimentalmente a 200°C
circa[xxxi].
Alcuni studi dimostrano che la conservazione del cibo precotto, in
particolar modo la carne sterilizzata, con l’estratto di rosmarino ha
un’efficienza simile al confezionamento sotto vuoto inibendo di fatto
l’ossidazione dei lipidi del prodotto alimentare[xxxii].
Prove
dell’estratto di rosmarino in soluzione etanolica (100 mg/ml) sono
state eseguite per testare la capacità dell’estratto nei confronti
della microflora alimentare, con la scoperta di attività inibente nei
confronti di microrganismi quali
Leuconostoc mesenteroides (al 1%), Listeria monocytogenes
(al 0.5%), Staphylococcus aureus (al 0.5 %), Streptococcus
mutans (al 0.13%) e Bacillus cerus (al 0.06 %). Può essere
rallentata la crescita del Penicillium roquefortii e Botrytis
cinerea. Al di sopra dell’1 % la soluzione etanolica non ha
effetti nè sui gram negativi come Escherichia coli, Salmonella
Enteritidis, and Erwinia carotovora nè sui funghi quali Rhodotorula
glutinis and Cryptococcus laurentii.
L’azione
antibatterica è influenzata dalla composizione del terreno di coltura
infatti il pH basso, l’alta concentrazione di NaCl e bassa temperatura
hanno un’effetto sinergico con il rosmarino nei confronti dello S.
Aureus. I grassi, la superficie attiva e alcune proteine
diminuiscono l’attività antibatterica mentre le pectine non hanno
nessun effetto. Il trattamento antibatterico è poco modificato da un
trattamento di 100°C. Sulla verdura pastorizzata è sufficiente una
concentrazione di estratto al 0,5% per inibire la microflora naturale.
L’attività antibatterica della frazione solubile in esano è dovuta
presumibilmente ai fenoli diterpenoidi[xxxiii].
Tabella
1. Esempi applicativi dell’oleoresina di rosmarino
Scopo
|
Tipologia
di alimento
|
Concentrazione
|
Inibizione
Ammine Aromatiche
|
Carne
fritta
|
1-10%
del contenuto di grassoa dell’alimento
|
Antiossidante
in cibo precotto
|
Tacchino
|
0,01-0,03%b
|
Antiossidante
in cibo precotto
|
Maiale
|
0,04-0,05%
b
|
a)
Viene sciolta in un 1 ml di olio di mais e miscelata direttamente
nelle polpette di carne macinata prima della frittura.
Tabella
2. Azione antibatterica in coltura
Tipo
di microrganismo inibito
|
Concentrazione
|
Leuconostoc
mesenteroides
|
1%
in etanolo
|
Listeria
monocytogenes
|
0,5%
in etanolo
|
Staphylococcus
aureus
|
0,5%
in etanolo
|
Streptococcus
mutans
|
0,13%
in etanolo
|
Bacillus
cerus
|
0,06%
in etanolo
|
Le
concentrazioni di utilizzo sono quindi:
ESTRATTO
IDROALCOLICO 15% CARNOSOLO:
0,01-0,05% sulla massa totale
OLEORESINA
DI ROSMARINO 20% Ac. CARNOSINICO:
0,0375-0,125% (rispetto a un
contenuto di grassi del 100%)
OLEORESINA
DI ROSMARINO DILUITA IN OLIO 5% Ac. CARNOSINICO:
0,15-0,5% (rispetto a un
contenuto di grassi del 100%). Per le applicazione alimentari è la
forma consigliata in quanto si presenta come olio (quindi più
lavorabile). L’oleoresina pura è di consistenza viscosa quindi meno
lavorabile.
APPLICAZIONE
COSMETICA. Già
nell’antichità l'estratto di rosmarino veniva usato in cosmetici, la
moderna cosmesi riconosce al rosmarino proprietà tonificanti.
Gli antiossidanti sono
additivi importanti nelle formulazioni cosmetiche, impiegati per
limitare la degradazione degli ingredienti di natura lipidica
suscettibili a processi di ossidazione. L’estratto di rosmarino e
l’oleoresina sembrano essere indicati soprattutto per saponette, gel
bagnodoccia, saponi liquidi detergenti (0.1-10%). L’impiego dei
derivati del rosmarino, conferisce oltre che un’efficace protezione
dall’ossidazione, anche un’effetto funzionale al prodotto finito. Le
proprietà principali consistono nella protezione dall’insorgenza di
tumori cutanei e lenitiva. Infatti, l’applicazione topica dei
componenti del rosmarino produce inibizione dei processi infiammatori,
dell’attività dell’ornitina decarbossilasi e in generale dei
fenomeni di promozione tumorale cutanea[xxxiv].
Vista l’attività antibatterica, l’oleoresina potrebbe essere
utilizzata nella realizzazione di saponi con azione antibatterica per
terapia dell’acne e ferite cutanee.
DOSAGGI D’IMPIEGO.
Non
sono stati condotti studi clinici atti a definire le dosi ottimali di
estratto di rosmarino ed oleoresina. In generale i produttori di
nutraceutici antiossidanti, consigliano prodotti contenenti dosaggi
riferiti all’acido carnosico, di solito l’ingrediente titolato, di
circa 20 mg al giorno.
TOSSICITA’. E’
stato riportato un unico caso di insorgenze di dermatite alle
mani, braccia e faccia a seguito derivante dall’impiego di un nuovo
estratto di erbe (Rosmanox) prodotto da foglie di rosmarino34.
La reazione era dovuta al carnosolo che peraltro non risultava dare lo
stesso tipo di reazione su altri 226 casi. Questo rimane a tutt’oggi
il primo caso di dermatite da carnosolo riportato. L’olio e il
rosmarino stesso dovrebbero essere evitati durante la gravidanza perché
l’olio é abortigeno[xxxv]
inoltre può ridurre l’assorbimento del ferro del 15% e quindi portare
a carenza di ferro in individui suscettibili14.
Questa
scheda informativa è stata redatta con la collaborazione scientifica di
Stefano Manfredini, Professore Ordinario di Chimica Farmaceutica,
Università di Ferrara. E’ vietata la riproduzione totale o parziale
del testo e delle immagini senza una dichiarazione scritta di
POLICHIMICA.
Le
informazioni contenute nella seguente nota informativa sono allo stato
attuale delle nostre conoscenze accurate e corrette. Esse vengono
tuttavia offerte senza alcuna garanzia riguardo a possibili errori. In
particolare non si assumono responsabilità per ciò che attiene alla
loro applicazione
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SCHEDA TECNICA
ESTRATTO IDROACOLICO di ROSMARINO
Nome
del prodotto
|
Estratto
di rosmarino polvere
|
Nome
botanico
|
Rosmarinus
officinalis L.
|
Parte
usata
|
Foglie
|
Conservazione
|
2
anni
|
|
Specifiche
|
METODO
|
Aspetto
|
Polvere
fine gialla
|
visivo
|
Odore
e gusto
|
Caratteristico
|
organolettico
|
Identificazione
con TLC
|
Positiva
|
IR,TLC
|
Solvente
di estrazione
|
Idroalcol
|
|
Veicolo
|
Nessuno
|
|
Analisi
fisica
|
Densità
|
0.45
~ 0.55 g/ml
|
USP
|
Perdita
al essicamento
|
5%
max
|
105
°C, 2 ore
|
Analisi
chimica
|
Titolo
(carnosolo) con HPLC
|
15%
min
|
HPLC
|
Metalli
pesanti
|
10
ppm max
|
AAS
|
Piombo
|
1
ppm max
|
AAS
|
Arsenico
|
0.5
ppm max
|
AAS
|
Contenuto
delle ceneri
|
1.5
% max
|
525
°C, 3 ore
|
Residuo
di solventi
|
0.01%
max
|
GC
|
Analisi
Microbiologica
|
Conteggio
totale su piastra
|
1000
cfu/g max
|
USP
|
Muffe
e lieviti
|
100
cfu/g max
|
USP
|
E.
Colis.:
|
Negativo
|
USP
|
Samonella:
|
Negativo
|
USP
|
Staphylococus:
|
Negativo
|
USP
|
Conclusioni
: si attiene alle norme per l’esportazione
Conservazione
: conservare al fresco
e asciutto, non congelare e tenere lontano da luce e fonte di
calore.
SCHEDA TECNICA
OLEORESINA di ROSMARINO
Nome
del prodotto
|
Oleoresina
di Rosmarino
|
Nome
botanico
|
Rosmarinus
officinalis L.
|
Parte
usata
|
Foglie
|
Conservazione
|
2
anni
|
|
SPECIFICHE
|
METODO
|
Aspetto
|
Resina
appiccicosa di colore giallo-marrone
|
visivo
|
Odore
e gusto
|
Caratteristico
|
organolettico
|
Identificazione
|
Positiva
|
TLC,
IR
|
Solvente
di estrazione
|
SFE-CO2
(Co2 supercritica)
|
|
Veicolo
|
Nessuno
|
|
Analisi
fisica
|
Perdita
al essicamento
|
5%
max
|
105°
C, 2 ore
|
Analisi
chimica
|
Titolo
(carnosolo) con HPLC
|
5%
+/-0,2%
|
HPLC
|
Titolo
acido carnosico
|
20%
+/-2%
|
HPLC
|
Fenoli
totali
|
40%+/-3%
|
UV
|
Metalli
pesanti
|
10
ppm max
|
AAS
|
Piombo
|
1
ppm max
|
AAS
|
Arsenico
|
0.5
ppm max
|
AAS
|
Contenuto
delle ceneri
|
1%
max
|
525
°C, 3 ore
|
Residuo
di solventi
|
0.01%
max
|
GC
|
Analisi
Microbiologica
|
Conteggio
totale su piastra
|
1000
cfu/g max
|
USP
|
Muffe
e lieviti
|
100
cfu/g max
|
USP
|
E.
Colis.
|
Negativo
|
USP
|
Samonella
|
Negativo
|
USP
|
Staphylococus
|
Negativo
|
USP
|
|
|
|
|
Conclusioni
: si attiene alle norme per l’export
Conservazione
: Immagazzinare al
fresco e asciutto, non congelare e tenere lontano da luce e fonte di
calore.
SCHEDA TECNICA
OLEORESINA di ROSMARINO DILUITA IN OLIO (Liposolubile di Rosmarino)
Nome
del prodotto
|
Liposolubile
di Rosmarino
|
Nome
botanico
|
Rosmarinus
officinalis L.
|
Parte
usata
|
Foglie
|
Conservazione
|
2
anni
|
|
SPECIFICHE
|
METODO
|
Aspetto
|
Olio
di colore marrone/giallo
|
visivo
|
Odore
e gusto
|
Caratteristico
|
organolettico
|
Identificazione
|
Positiva
|
TLC,
IR
|
Solvente
di estrazione
|
SFE-CO2
(Co2 supercritica)
|
|
Veicolo
|
Olio
di semi
|
|
Analisi
fisica
|
Perdita
al essicamento
|
1%
max
|
105°
C, 2 ore
|
Analisi
chimica
|
Titolo
(carnosolo) con HPLC
|
1,25%
+/-0,05%
|
HPLC
|
Titolo
acido carnosico
|
5%
+/-0,5%
|
HPLC
|
Fenoli
totali
|
10%+/-0,75%
|
UV
|
Metalli
pesanti
|
10
ppm max
|
AAS
|
Piombo
|
1
ppm max
|
AAS
|
Arsenico
|
0.5
ppm max
|
AAS
|
Residuo
di solventi
|
0.01%
max
|
GC
|
Analisi
Microbiologica
|
Conteggio
totale su piastra
|
1000
cfu/g max
|
USP
|
Muffe
e lieviti
|
100
cfu/g max
|
USP
|
E.
Colis.
|
Negativo
|
USP
|
Samonella
|
Negativo
|
USP
|
Staphylococus
|
Negativo
|
USP
|
|
|
|
|
Conclusioni
: si attiene alle norme per l’export
Conservazione
: Immagazzinare al
fresco e asciutto, non congelare e tenere lontano da luce e fonte di
calore.
Il
liposolubile di Rosmarino si ottiene diluendo una parte di
oleoresina in 3 parti di olio di semi
torna su
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